L’esperienza della fondazione Akbaraly e de “la vita per te” a Trento, a testimoniare il nostro impegno per il Madagascar

Giornata del Madagascar 2014 “Biodiversità, Cultura e Sviluppo”…ovvero cosa hanno in comune gli studi sulla tutela di rari anfibi, gli studi sui diversi modi di costruire le case e i progetti di prevenzione dei tumori femminili in Madagascar?

di Elisa Sala

 


 

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Qualche settimana fa ci è arrivato l’invito a partecipare, a nome della Fondazione Akbaraly e della Associazione Alfeo Corassori La vita per Te, ad un importante convegno che si è svolto in una cornice splendida il MUSE, ovvero il Museo delle Scienze di Trento. Il Professor Franco Andreone, Referente per la Tutela della Biodiversità del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino ci ha voluto come testimoni dei progetti di sviluppo in Madagascar e di questo non possiamo fare altro che essere grati e onorati.

La nostra presentazione dei progetti di sviluppo rivolti alla tutela della infanzia e delle donne in Madagascar e dei dati sullo studio e sulla prevenzione ai tumori femminili, si è unita alle relazioni di docenti universitari, ricercatori, antropologi, naturalisti.
Sono stati toccati temi diversissimi tra loro, tutti molto interessanti e ad alto livello scientifico.
Il Madagascar come Hot Spot della biodiversità a livello planetario, le specie più minacciate e a rischio di estinzione, la deforestazione come piaga che sta devastando da ormai troppi anni l’Isola Rossa, l’impegno dei ricercatori italiani per tentare di salvaguardare ciò che resta di una risorsa, l’ambiente, essenziale per il popolo malgascio, sono stati i focus della sezione naturalistica e ambientale.
Abbiamo poi ascoltato testimonianze di antropologi e di studiosi di architettura che hanno incontrato ed esplorato aspetti curiosi della cultura malgascia: il culto degli antenati e degli spiriti, gli stregoni dei villaggi e i loro riti “magici”, i fady e i retaggi ancestrali della cultura stessa che guidano anche la costruzione delle case e delle tombe nelle diverse tribù che popolano la quarta isola più grande del mondo. Anche questi aspetti contribuiscono ad approfondire la conoscenza di un popolo che affascina sempre per le sue particolarità, per la sua lingua, per il suo percorso di sviluppo e per le contaminazioni culturali che vengono da tante parti del mondo e che si sono fuse insieme nel corso del tempo.

La domanda che è sorta spontanea alla fine della giornata, per chi di noi ha partecipato, cioè Francesco, Nella, Daniele e la sottoscritta, è stata: che cosa hanno in comune la tutela della Biodiversità, lo studio dell’Antropologia e della Cultura malgascia, con progetti di sviluppo umano e di solidarietà internazionale come quelli portati avanti dalla Fondazione Akbaraly?
Da un certo punto di vista sarebbe facile (e anche un pochino superficiale) rispondere: è ovvio, il Madagascar è una bellissima isola, quindi va tutelato tutto ciò che su questa isola esiste la natura, la cultura, la gente. Peraltro, essendo il Madagascar un’isola va da sé che tutto ciò che esiste lì non esiste da nessuna altra parte del mondo, quindi a maggior ragione le tutela e la protezione sono giustificati.
Tuttavia la vera domanda è: perché impegnarsi nella tutela dell’ambiente, nello studio della cultura in Madagascar mentre comunque ogni giorno centinaia di bambini malgasci muoiono di fame? Anche questa potrebbe essere una domanda provocatoria e dettata da un ragionamento superficiale. Provo a formularla diversamente e ad aggiungere qualche pensiero.
La Tutela della Biodiversità, lo Studio della Cultura e il sostegno allo Sviluppo del Popolo Malgascio hanno o possono avere un obiettivo comune?
Io credo di sì.
Ovviamente la tutela della biodiversità può essere concretizzata in un obiettivo scientifico, come il censimento di una specie particolare di raro anfibio, ma questo non può e non deve restare uno sforzo fine a sé stesso, utile magari per una bella pubblicazione su Nature!
Ovviamente la ricerca sulle modalità costruttive della architettura malgascia presuppone uno studio molto approfondito della cultura in generale del popolo malgascio e della storia delle sue tribù, ma anche questo non può e non deve restare uno sforzo fine a sé stesso, utile magari per un interessante articolo di una famosa rivista di antropologia o architettura!
Ovviamente un progetto di solidarietà presuppone una ricerca di fondi per realizzarlo, uno studio di fattibilità e una fase concreta di svolgimento, ma anche questo non può e non deve restare uno sforzo fine a sé stesso, utile magari ad un ente benemerito per farsi un po’ di pubblicità!

Credo che tutto ciò che ciascuno di noi fa IN MADAGASCAR, sia che siamo ricercatori, o studiosi o cooperanti o benefattori o volontari lo dovremmo fare solo ed esclusivamente PER IL MADAGASCAR, non per altri.
E il Madagascar che cosa è se non il popolo Malgascio e soprattutto i bambini Malgasci che rappresentano il futuro dell’Isola? E’ vero: il Madagascar difficilmente riuscirà a svilupparsi se continuerà a vedere distrutte ogni giorno le sue foreste. Ma chi si deve impegnare per difendere il proprio futuro se non i giovani Malgasci e le donne malgasce cioè le reali ed effettive colonne portanti della cultura e della società del Madagascar? ma come possono impegnarsi le donne malgasce nella tutela dell’ambiente e nell’educare i propri figli al rispetto della Terra se muoiono prima dei 45 anni per tumori ed infezioni terribili?

Quindi quale può essere l’obiettivo comune di tutti? La crescita di questo meraviglioso paese e delle migliaia di bambini che vivono nei villaggi della brousse, con la miseria come vicina di casa, o sui marciapiedi di Tana chiedendo l’elemosina ai Vahaza! Che la crescita di un giovane malgascio possa avvenire insieme e grazie allo sviluppo della sua coscienza ambientale, insieme alla consapevolezza di vivere in uno dei più ricchi luoghi del pianeta e circondato da una cultura del tutto speciale che deve essere diffusa e contemporaneamente protetta tanto quanto la biodiversità, beh, credo che su questo siamo davvero tutti d’accordo!

In definitiva la giornata a Trento è stata estremamente interessante, formativa, ricca di testimonianze e riflessioni.

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