Progetto di REALIZZAZIONE DELL’OSPEDALE PAPA GIOVANNI PAOLO II DI MAHAJANGA

Se ti capiterà per caso o per scelta dimettere piede sull’isola rossa non sarai tu a lasciare le tue impronte, sarà quel luogo, con tutto ciò che comprende e rappresenta, a lasciare un marchio impresso per sempre nel tuo cuore.
Se poi sarai così fortunato da vivere un’esperienza di comunione e di collaborazione con la gente comune, con i missionari e con tutti gli angeli in terra che dedicano ogni giorno della loro vita a chi non ha nulla, allora non vorrai più liberarti di ciò che hai visto, vissuto, amato e non potrai fare ameno di tornare.
Questo è successo a molti di noi che sono stati e hanno lavorato tante volte nella zona a sud, dove alcuni anni fa è stata inaugurata la prima clinica pediatrica del Madagascar, e ai pochi che hanno avuto la straordinaria opportunità di conoscere e vivere per alcuni giorni anche nella parte più a nord di questa isola meravigliosa.
Ci siamo lasciati invadere da paesaggi incantevoli, dalla luce, dai colori, dalle nuvole bianchissime e come sempre dagli sguardi dei bambini, numerosi qui come in ogni parte dell’isola, che con occhi profondi e intensi sembrano sempre rivolgere domande silenziose alle quali nessuna della nostre coscienze e’ mai in grado di rispondere. Ogni volta che si viene così a stretto contatto con la miseria, l’ingiustizia, con lo strazio che provoca la consapevolezza di una realtà dove non è possibile per tutti mangiare, curarsi, vivere una vita dignitosa, pur mostrando, tutti, per natura, la più grande delle dignità, la prima cosa che ti assale e’ il grande senso di impotenza.
Poi conosci persone che da tempo hanno messo da parte la rassegnazione e la rabbia, hanno cancellato la parola “impossibile” dal loro vocabolario, si sono rimboccate lemaniche e hanno deciso, consapevoli di non poter salvare il mondo, di fare almeno la loro parte.
Nel 2012 abbiamo conosciuto Padre Bruno, mite nei modi, forte negli intenti, e ci siamo innamorati del suo amore per chi ha bisogno, della sua determinazione e del grande progetto per il quale noi tutti vogliamo fare la nostra parte e che lui in una dichiarazione che ci ha rilasciato e parlando anche a nome del Vescovo racconta cosi: “Da tempo si stava pensando come affrontare i gravi problemi legati alla sanità, dopo un aiuto iniziale attraverso gli ambulatori medici gestiti da alcune congregazioni di suore che però non sapevano cosa fare oltre il loro servizio.

La maggioranza delle persone rinuncia a farsi curare perché qui si paga tutto, l’unico ospedale che c’è offre la consulenza ma il paziente deve portarsi il materasso, le coperte e deve pagare ogni cosa dalla degenza alle medicine e addirittura il barelliere, inoltre tanti esami non sono possibili perché mancano le attrezzature, non si può fare un’ecografia e nemmeno una radiografia.

Non potendo più solo attendere, la Chiesa locale con il suo Vescovo, ha deciso di impegnarsi per realizzare un ospedale avviandosi in un’impresamolto impegnativa per questa realtà: sia la costruzione che il funzionamento sono a totale carico di chi vuole occuparsene. La Provvidenza ci ha fatto incontrare l’Associazione Alfeo Corassori La Vita per Te, assieme ad altri amici di buona volontà, per rendere realtà un sogno che moltissime persone attendono:
e’ sempre una questione di vita o di morte.
E’ indescrivibile la nostra gratitudine all’Associazione e a tutti coloro che vorranno partecipare e aiutarci”

Padre Missionario Bruno Dall’Acqua
Vescovo Rakotondrajao Roger Victor Solo

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Visualizza la scheda sintetica dell’intero progetto di realizzazione dell’ospedale Papa Giovanni Paolo II

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Progetto Ospedale Mahajanga