Quando questi bambini ti cambian la vita…

Una quarantina d’anni ed una laurea in biologia in tasca, Elisa, da anni volontaria dell’Associazione Corassori, è partita per il Madagascar. Con un biglietto aperto.

di Chiara Tassi e Elisa Sala

 


 

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Elisa, allora, intanto parliamo un po’ di te: chi sei, cosa facevi “prima” e cosa fai, adesso, in Madagascar?

Elisa Sala, biologa, farmacologa, educatore ambientale e insegnante di nuoto, volontaria a 360° da tutta la vita: prima per la parrocchia, poi per la Croce Blu di Modena e la Protezione Civile (quest’anno ho festeggiato i 20 anni di servizio…metà della mia vita!). Poi ad un certo punto della mia vita, nel lontano 2007, per ragioni di studio ho incontrato l’Associazione Alfeo Corassori la Vita per Te. La prima missione ha avuto come “scusa” la tesi finale del Master in Gestione dell’emergenza nazionale ed internazionale che ho frequentato presso l’Università di Modena. Le successive 8 missioni non hanno avuto scuse se non la voglia di tornare in Madagascar e di mettermi a disposizione di questo popolo e dei “bimbi senza nome” che sono l’obiettivo in carne ed ossa di tutto quello che facciamo.
Poi veniamo ad oggi. L’ultima missione è questa: iniziata il 13 novembre 2014 e ancora in corso…Diciamo che questa volta il biglietto dell’aereo ha la data del ritorno aperta!!! Entro i prossimi 6 mesi comunque un salto a Modena lo devo fare per forza! 😉

Perchè hai deciso di iniziare questa esperienza? cosa ti sta dando e cosa credi ti darà?
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Ho deciso perché era il momento di fare il salto. Dopo varie esperienze professionali in Italia che si sono alla fine bene o male tutte concluse, è arrivato probabilmente il momento giusto per provare anche questa esperienza e di mettere alla prova tutto quello che ho imparato sul campo in questi 7 anni di volontariato con la Corassori.
Il passaggio da “volontaria” a “cooperante” è stato pensato, meditato e ragionato. Nella mia scelta e nella mia decisione hanno avuto molto peso i suggerimenti e la guida dei miei genitori e del Dottor Cimino, con il quale abbiamo costruito il progetto di lavoro che mi consente di stare e di operare qui con un progetto ben chiaro e definito! Con la consapevolezza che in Madagascar i programmi restano definiti al massimo per 5 minuti…poi sono da rivedere immediatamente! Ma anche questo fa parte del pacchetto “La Vita per Te”. Ovviamente anche il riconoscimento della Associazione come ONG ha avuto il suo peso e ha reso formalmente possibile la mia partenza, e pure la stretta collaborazione con la Fondazione Akbaraly, che ha le radici ben piantate qui in Madagascar,e in questa prima fase è un punto di riferimento per noi.
Cosa mi sta dando? La possibilità di allenare il mio cervello di Vahazà, per di più modenese, a cambiare programma e idea ogni secondo che passa…l’imprevisto e il cambiamento qui, sono dietro ogni angolo!
La capacità di adattarsi a non avere la possibilità di programmare, la cultura malgascia così profondamente diversa dalla nostra, la lingua malgascia che costruisce le frasi “al contrario” dell’italiano, gli acari inferociti che mi pungono in continuazione (si vede che ho buon sangue italiano!) beh…per il momento questi sono i miei avversari più tosti…ma mi sto allenando appunto!!! Cosa mi darà?
mah…ci aggiorniamo fra un paio di mesi…

Perché credi che si debba venire a vedere di persona i progetti in Madagascar?
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Perché è l’unico vero modo per capire. I racconti degli altri possono dare un’idea…ma esserci e vedere è certamente un’altra cosa.
I rischi nel venire a vedere sono due: primo, dovere per forza mettersi in discussione, sbattere la faccia contro una realtà che è contemporaneamente bellezza e miseria e avere a che fare con la difficoltà di gestire emozioni contrastanti, cosa alla quale noi non siamo più abituati. Secondo, innamorarsi di questo posto e voler FARE qualcosa invece che di stare solo a guardare quello che altri fanno.
Non si può stare a guardare, c’è da fare: qui gli spettatori non servono!
Ma in ogni caso si può fare –e pure tanto- anche da Modena…

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