La nuova sfida di Jeromine Jinoro in Madagascar

Una data indimenticabile, quella del 16 novembre 2012, quando io e il mio collega siamo partiti per Modena per effettuare un master di primo livello in citologia cervico-vaginale all’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.

Volo Air France via Parigi, senza ritardi.
All’arrivo a Bologna, abbiamo ricevuto la “calorosa” accoglienza dei volontari dell’Associazione Alfeo Corassori – La Vita per Te che da subito ci ha conquistati. Non vedevamo l’ora di raggiungere Modena dove avremmo conosciuto la famiglia che ci avrebbe ospitato durante il nostro soggiorno in Italia.

Il primo approccio è stato positivo: una simpatia reciproca che mi ha fatto subito sentire come a casa, a mio agio. La sera stessa l’Associazione aveva organizzato una cena in nostro onore, per darci il loro benvenuto e in segno di amicizia e riconoscenza.

Prima di iniziare il master, abbiamo affrontato un test per verificare il nostro livello di conoscenza e competenze e le lezioni sono iniziate quasi subito: il 14 dicembre eravamo già con i libri in mano. E le lezioni sono terminate poco prima dell’estate, il 22 giugno 2013 .

di Jeronime Jinoro

jeromine1Sono tante le opportunità che ci sono state offerte durante questo master: frequentare ogni giorno il Policlinico seguiti da un tutor; partecipare al corso di colposcopia (conferenza a Nonantola); frequentare un corso di lingua italiana 3 volte a settimana, oltre a ricevere il prezioso riconoscimento GRANT 2013 della Fondazione Umberto Veronesi.

Il direttore del reparto di anatomia patologica  e il suo staff  ci hanno assistiti e affiancati con dedizione perché potessimo acquisire le competenze relative alle nuove tecnologie in campo cito-patologico, finalizzate allo sviluppo del progetto di screening per la prevenzione dei tumori e che prevede l’esecuzione di esami come il PAP TEST.

Nei fine settimana trascorsi a Modena ho girato per conoscere la città, conoscere i membri dell’associazione, ma ne ho approfittato anche per fare visita a mia sorella che vive a Sanremo. Modena è una bella città in cui vivere e da conoscere, per i suoi spazi verdi, per la sua tranquillità, per le sue ricchezze storiche, culinarie e turistiche.

Il Master è stato piuttosto impegnativo: si è trattato di una prima parte di corsi e lezioni, una pratica sul campo, in Madagascar, di circa 3 mesi e l’ultimo sprint con l’esame finale che si è svolto lo scorso 30 ottobre.

La combinazione tra la formazione e la vita dentro una sociètà europea è un scambio ricco d’esperienze. Non mi era mai capitato finora di mettere alla prova il mio fisico e adattarmi ad un clima così diverso: inverno freddo, pioggia, nebbia, un clima così diverso da quello malgascio!

Il cuore ora è diviso in due: da una parte la gioia di ritornare a casa, ritrovare la mia famiglia, gli amici e il mio caro ospedale Centro Medico-chirurgico Saint Damien; dall’altra l’emozione e la commozione nel lasciare Modena, il Policlinico e tutte le persone incontrate in questo cammino.

Il soggiorno a Modena è stato per me un anno pieno di soddisfazioni soprattutto perché ora posso toccare con mano i risultati di tutti gli sforzi fatti.

I calorosi ringraziamenti vanno alla Fondazione Akbaaraly, all’Associazione Alfeo Corassori la vita per te, alla Fondazione Umberto Veronesi, al Centro Medico-chirurgico Saint Damien Ambanja, al Professore di lingua, alla mia famiglia, a tutti coloro che mi hanno sostenuto per realizzare questa esperienza molto positiva.

Inizia ora per Jeromine la sfida più grande: mettere a disposizione del suo popolo le sue nuove competenze e conoscenze acquisite con sforzi e sacrifici durante questo anno di studi, consapevole, ora, di avere tutte le carte in regola per dare un contributo fondamentale al miglioramento alla qualità della vita delle donne malgasce e alle loro speranze future.

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